Serena

Polemica. 
          La mia attività wattpadiana si riduce ad un millesimo di quella che era ai miei arbori. Non sono una scrittrice, non ho mai preteso e classificato il mio metter in fila pensieri, attività da scrittrice. Ma c'è chi qui ci crede, ed i wattys erano un modo molto vero per concretizzare la propria posizione. Ricordo un amico che è arrivato primo e poi la Sperling lo ha chiamato. Magari la fortuna, il fato, il destino, ma è successo. Adesso nemmeno più ai Wattys possiamo partecipare. 
          Fine polemica.

Qualunque cosa accada, ce lo eravamo promessi una notte di agosto. Eri pronto a sfidare il buio e il dolce colore che prendevano gli alberi al chiarore della luna ed una volta arrivati alle sue sponde avevamo seguito il sentiero, passo dopo passo, fino ad arrivare a quella pozza che chiamavi "fiume". Ti eri spogliato, lasciandomi il tempo di farlo a mia volta. Poco gentili erano state le acque, un brivido mi aveva percorsa.
          «Qualunque cosa accada, ce lo eravamo promessi..» avevi detto girato di spalle.
          «Qualunque cosa accada è accaduta..»
          «E se adesso ti bacio, cambia qualcosa?»
          «Cambia tutto.»

Affondi il mio sguardo negli angoli bui, tra gli spigoli accesi e le pieghe del cuore. Non conosci gran parte della storia eppure i tuoi occhi indagatori, sembrano averlo capito tutto il non raccontato. Come lo traduci il silenzio di anni, adesso che tutto è tornato prepotente tra le pieghe della nostra amicizia? Eppure sento la necessità di dirtelo che niente cambia mai veramente se alla fine noi non cambiamo per primi. Ed io vedo ancora quei due ragazzetti impacciati che si raccontano di tutto, gelosi adesso di tutto quel silenzio accumulato messo in un angolo, lasciato a decantare e dimenticare.

«Succede veloce. Salti un appuntamento, ti scordi di rispondere ad un messaggio, lasci che la vita ti investa senza rendere partecipe chi prima partecipava alle tue giornate. Non lo decidi. Accade. Si passano insieme anni, momenti indimenticabili. Non è egoismo, è crescita. Le anime che ci scontrano sono tante. Poche rimangono, Su una mano conti chi lo fa per una vita. Senza richiesta o pretese. Raro, quasi impossibile. E non lo sai adesso quanto unico può essere. Magari da anziana ti guarderai indietro e ripenserai a chi c'è stato. E se ci saranno ancora quelle tre persone potrai dirlo veramente che magico è stata la vita ad affidarti e lasciarti affidare cuori bellissimi nel tempo di un per sempre.»

Bistrattata dalle parole altrui. 
          

«Ero stata imprevista, indefinita, luce nel buio. Leila combatteva con i denti. Si feriva, ricuciva le lacerazioni che le parole le lasciavano addosso, penetrava in profondità, sgorgava il sangue caldo e non ne aveva paura. Il dolore, la sua soglia, non la temeva. Perché quando non hai contorni a definirti, la paura ti accende, non ti elimina. Prende spazio, cresce, infuoca e maldetta me se mi sarei fatta spaventare.»

«Fin dalla prima volta che l'ho visto lui mi ha innervosita. Il suo essere guardingo mi mandava continui segnali d'allarmi: un tempo ero molto brava ad ignorarli, un po' per giovinezza, un po' per inquietudine.
          Proprio quell'inquietudine che ci faceva simili, mi ha fottuto. O ci, dipende dai punti di vista.
          Bastava guardarlo muoversi sicuro dietro il bancone del bar per capire che tutto di lui urlava "stammi lontana". 
          Questo non mi ha impedito di desiderarlo. Fino allo sfinimento. Era magnetico. Non volevo conoscere i suoi pensieri, non volevo le sue debolezze, volevo solo quell'assurda fiamma che divampava ogni volta che i nostri occhi si incrociavano.»

Molto di ciò che sono ultimamente si riduce a:
          «Quanto tieni al tempo che passi sola?»
          MI capita spesso di perdere minuti a scrollare la bacheca di Instagram. Ed ogni volta ho la sensazione fisica dei miei neuroni che scoppiano e la mia voglia di privacy stringermi la gola. Il mio costante bisogno di essere sconosciuta viaggia su binari paralleli alla mia non voglia di chiudere social, essendo l'unico mezzo di comunicazione online di cui posso e voglio usufruire (usufruire finché la mia voglia di scattare foto non si esaurirà). Ma quando ho cancellato Facebook, dopo quasi quindici anni di onorata carriera io ho provato sollievo. 
          L'idea di ridurre la mia esistenza agli occhi dell'altro ad un profilo social che sia Instagram o Wattpad cozza molto con chi sto diventando. 
          Mi pare di essere un cartonato sempre più raggiungibile e superficiale. 
          Da qui le riflessioni del fine settimana.
          Dov'è la profondità se siamo tutti costantemente aggiornati su tutto l'intero mondo con un click? 
          Forse la (mia) noia delle ultime settimane deriva proprio da questo. 
          Cosa puoi ardentemente desiderare se hai tutto a disposizione?

«Se non rispondi alle domande, non c’è conversazione. E se non c’è conversazione finiamo tutti nell’oblio dei dimenticati. Lo sai?  
          I rapporti umani sono conflittuali. Hanno bisogno di impegno costante.
          Tu immagina crescere, cambiare mille volte direzione, faccia, corpo, pensieri, ed ogni volta tentare di essere il meglio per la persona che scegli di avere a fianco. Amore, amicizia, famiglia è questo di cui parlo, sono compromessi. Ad ogni caduta diventi una persona nuova, ogni tristezza che ti investe ti rende più suscettibile. Vulnerabile. E ad ogni caduta chi ti è accanto deve accettare di rimescolarsi alla nuova te. Non è semplice, ma se ti rende felice, alla fine della giornata, non è così sbagliata come scelta.»

FAN DI LIBERATO?