Lei non sopportava l'idea di vivere l'eternità senza di lui, così chiese pietà a Zeus. Questi accolse il suo desiderio stabilendo che Endimione avrebbe dormito per sempre e lei sarebbe andata a trovarlo ogni sera nella stessa grotta, dove lo avrebbe sfiorato, osservato, baciato. Endimione sarebbe diventato l'oggetto perenne di un amore divino, un amore immobile, inerte, ma sempre giovane e bello. Avrebbe dormito con gli occhi aperti, in modo che il mondo potesse ammirare in eterno la meraviglia del suo volto.
Lei continuò ogni notte a fargli visita, così come ogni notte la Luna solcava il cielo stellato.
Endimione dorme ancora in quella grotta del monte Latmo, dove gli dei lo hanno deposto. Ancora sogna quell'amore lucente che lo stregò in una sola, singola, notte e, ancora, fissa con lo sguardo immobile lo splendore argenteo della Luna che si staglia nel profondo cielo blu.
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