Gocce di pioggia si sono trasformate in uno scroscio che si infrange sulla cappotta del calesse. Anselmo si stringe nella giacchetta. Rabbrividisce. L'umidità penetra il tessuto come un coltello affilato, arriva alle ossa. Abbassa la falda del cappello sugli occhi, cercando di proteggersi dalla pioggia e dal turbinio dei pensieri.
Sa già che arriverà tardi alla sua cantina e non riuscirà a passare da casa per salutare Rosa. Non ha abbandonato la sua famiglia, ha solo cambiato abitudini. La sua vita ora si divide tra Ponzano e Treviso. Vedrà la figlia a pranzo. Le parlerà, cercherà nel suo sguardo azzurro un po' di sollievo dopo la tempesta che ha sconvolto la sua giornata.
C'era voluto più di un'ora per calmare Giovanna. Le parole di Anselmo ascoltate quasi di nascosto, l'avevano devastata. Si era chiusa in camera, rannicchiandosi su se stessa come un animale ferito. Il suo pianto, un lamento straziante, aveva attraversato muri centenari come fossero fogli di carta, giungendo fino ad Anselmo e Maria. I due si erano precipitati da lei, trovandola in preda a una crisi di pianto e disperazione che spezzava i cuori.
UN CAPITOLO TRA I più lunghi pubblicati fino a ora. Siamo arrivati al "cuore" di questo lungo romanzo.
I personaggi sono maturati, le loro vite si sono intrecciate in rapporti solo apparentemente forti. Un capitolo, questo, che si intreccia alla trama, con intensità narrativa, che porta a "chiudere" alcune parti, ma al contempo ad "aprire" altri percorsi.
DA NON PERDERE. Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate. Come sempre i vostri consigli sono e saranno preziosi. Grazie :-))
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