Chiara D.

Le mie migliori amiche si chiamano Carta e Penna.
Scrivo da tutta la vita, mi aiuta a connettermi con la mia parte più profonda. Scrivo perché per tantissimo tempo è stato l'unico modo che ho avuto per comunicare con il mondo. 

La fotografia assieme alla scrittura è la mia terapia, ma è una parte molto vulnerabile ed intima di me, ho paura a mostrarla, di essere giudicata per questo lato che tendo sempre a proteggere. Sono qui per mettermi alla prova. Desidero scrivere da sempre ma ne ho avuto la prova quando, durante l'esame della maturità mi dissero: «Ti dispiace se leggiamo il tuo tema in altre classi?». Sono passati alcuni anni dalla mia maturità scolastica (quella personale la vedo ancora lontana), ma questa domanda continua ancora ad echeggiare nella mia anima, davvero il mio lavoro era meritevole di essere letto ad altri? 

Mentre scrivo questa biografia mi commuovo, non mi aspetto grandi risultati spero solo che con questo sperimento io possa arrivare a quanti più cuori possibili perché nessuno dovrebbe pensare di non essere meritevole. 

Io mangio, per soffocare le mie emozioni, per tappare un buco di insicurezze e inadeguatezze che sperimento ogni giorno, ma questo non è sufficiente, le amiche Carta e Penna conoscono bene il mio DCA ma questa è la prima volta che mi spoglio completamente per raccontarlo. 

Ho un romanzo nel cassetto, a dire il vero più di uno ma la prima serie di racconti saranno per me una terapia. Voglio partire da zero, farmi conoscere. Se le mie parole risuoneranno solamente in una persona saprò di essere sulla strada giusta.