Non sono uno scrittore. Dostoevskij lo è. Kafka e William Golding lo sono. Bukowsky, Elsa Morante, Machiavelli, Dickens sono scrittori e molti altri prima e dopo di loro. Io invece non lo sono. Sono solo un adolescente qualunque, ho 18 anni, vivo a Modena e mi chiamo Lorenzo, piacere. Sono un ragazzo che ama scrivere e che ha già pubblicato il suo primo romanzo, ma ciò non mi fa uno scrittore. Infatti, tutti noi scriviamo sempre qualcosa: un messaggio su Whatsapp, il nostro diario segreto o una poesia per una ragazza, ma ciò non vuol dire essere scrittori, anche se scriviamo. Io infatti ho scritto un libro e non lo sono. Perché non sono Shakespeare, non sono Marguerite Yourcenar e non sono neanche Hermann Hesse. Non ho scritto io la trilogia del Signore degli Anelli, le Cronache di Narnia e Fahrenheit 451. Questi sono veri scrittori perché sono semplicemente dei geni. La Coscienza di Zeno è un capolavoro. La Commedia di Dante, Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, il Decameron di Boccaccio sono capolavori e proprio per questo i loro autori sono scrittori. Gli altri invece non lo sono, è gente che ci ha provato, come me. E il successo non conta. Puoi aver scritto un vero e proprio caso editoriale, ma se vieni dimenticato l'anno dopo, non sarai mai un vero scrittore. Sarai solo uno qualunque, sarai "un mediocre in una professione che commercialmente è morta il secolo scorso", diceva Jim Bennett nel film "The Gambler". Quindi, io non sono uno scrittore e non voglio essere neanche un mediocre. Sono semplicemente me stesso, ma proverò a scrivere, come un pugile dilettante prova a diventare un campione. Lo scrittore è il campione di pugilato, è l'eccellenza. Non è un pugile qualunque. Quelli sono solo dei mediocri, come ho già detto prima. Quindi chiamatemi per quello che sono e non scrittore finché non lo sarò per davvero. Finché non scenderò dal ring come un campione, invece che come un lottatore che ci ha provato, ma ha fallito.