Carissimi seguaci lettori (?)
se mi vedete poco attiva nella scrittura... è perché sono poco attiva. È un periodo particolare.
Avrete notato, per chi mi segue su Instagram, che sto usando quel poco di reach che ho per mantenere alta l'attenzione su quanto accade nel mondo, nelle piazze e in Palestina in questi giorni. Sia per sensibilizzare, sia come semplice canale d'informazione, visto che quelli ufficiali sono spesso faziosi (e sto usando un termine gentile, ma fate comunque SEMPRE fact-checking).
Tornando alla scrittura, avevo messo in pausa Teatro d'Ombre. Inizialmente, ho mal interpretato anch'io il motivo: credevo fosse una storia con uno sfondo troppo pesante da portare avanti in questo momento di turbolenze. Così ho riesumato una vecchia storia di Star Wars per "distrarmi".
L'inconscio è un posto magico, sapete?
Nel mentre che revisionavo la storia riemersa dalle nebbie del tempo, Vode An, mi sono accorta che tratta tematiche ancor più inerenti ai tempi che viviamo: popoli perseguitati, cultura della guerra, indottrinamento, bambini-soldato, militarismo, terrorismo, ricerca d'identità, identità rubata e cancellata, memoria storica sepolta, revisionismo... e, se pensavate che i personaggi di LRDA o TdO fossero grigi, mi ricredo io stessa come autrice, perché quelli di Vode An lo sono molto di più. Forse riescono a esserlo così tanto perché il contesto sci-fi distaccato dal reale dona più libertà d'azione e inganna meglio il lettore.
Perché, se c'è una cosa che ho capito ultimamente, è che il tema politico esplicito tende a fuorviare. Una storia ambientata nel Ventennio in Italia porta già intrinsecamente con sé una serie di bias applicati in automatico al contesto, nel bene e nel male.
La fanfiction ambientata nell'allegra Galassia di Star Wars, paradossalmente, ne porta meno con sé, ed è per questo che credo che la narrativa fantastica (sia sci-fi che fantasy) sia la cassa di risonanza perfetta per certe tematiche, ancor più di quella storica.
(continua)