È da giorni che mi sento giù di morale per quanto riguarda l’omicidio di Giulia. Ne avrete sentito parlare certamente anche voi al telegiornale, su TikTok o sui vari motori di ricerca. Mi si è spezzato il cuore mentre mi immaginavo tutta la tragedia. In particolare, sentire del ritrovamento del cadavere nascosto in una piccola grotta è stato veramente triste. Dalla speranza si è passati alla sconfitta. Se per qualche giorno qualcuno aveva creduto di poter rivedere la ragazza, beh, purtroppo non è stato così.
Quello che mi fa arrabbiare sono i programmi televisivi, i giornali e i tiktoker che se ne approfittano per avere il loro momento di visibilità e di guadagno. Giulia e il ragazzo sono diventati fonte di guadagno per chiunque ne parli. Pure i programmi più inutili hanno iniziato a parlarne. Le testate giornalistiche pubblicano ogni movimento delle indagini e dei parenti, come se loro non si meritassero un attimo di pace. I giornalisti si piazzano sotto la casa dei genitori e cercano di carpire conversazioni e informazioni che possano essere “vendibili”. Se un genitore dice “ciao” fa subito notizia. Basta piazzare il nome della vittima o dell’assassino in bella vista per far premere sul link di un sito e fargli guadagnare una visibilità che altrimenti non avrebbero mai avuto. Sapete che vi dico? Se sono tutti così afflitti, perché non devolvono i soldi guadagnato ai centri anti-violenza?
Ieri è uscito un libro proprio sulla violenza di genere e per pubblicizzarlo è stata usata la foto e il nome di Giulia, senza alcun rispetto per la tragedia in corso.
Vendere. Vendere. Vendere.
Perché non fermarsi una buona volta e fare qualcosa di buono?