Emma / Capitolo 1

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Sospiro pesantemente avvolgendomi nelle lenzuola bianche, tastandole con forza, quasi come se volessi convincere me stessa che non sia mattina. Sbadiglio. Sono notti che dormo poco e male, neanche i fiori di Bach aiutano. Strano, questi ultimi sono sempre stata la mia salvezza. Sarà lo stress dell'ultimo periodo o semplicemente l'ansia di iniziare un nuovo percorso lavorativo. Un ultimo sguardo alle lenzuola candide e poi decido di sedermi a gambe incrociate, poggiando le spalle sulla spalliera del letto e stropicciandomi gli occhi.
La mattina ho bisogno dei miei tempi, ci metto tempo prima di realizzare qualcosa. Ad esempio di prima mattina sarei capace di scambiare un palo per un albero. Non sono dormigliona però sono molto pigra sotto questo punto di vista. Roteo il capo da sinistra a destra per svegliarmi del tutto e metto finalmente i piedi sul parquet rovere. Poggio le mani sulle ginocchia ed in modo veloce mi alzo. Ops, troppo veloce, visto il capogiro. Di mattina non connetto per niente. Sospiro nuovamente, vado ad aprire la finestra ed il freddo gelido di New York mi accarezza il viso. Non posso fare a meno di sorridere al paesaggio che ogni mattina mi dà il buongiorno, che mi culla nelle giornate in cui mi sento sola e che la notte mi dà la buonanotte, assicurandomi che l'indomani sarà sempre lì ad attendermi. Da piccolina guardavo i film ambientati a New York e pensavo: "Cavolo! Non ce la farò mai ad andare in un posto così!". Diciamo che New York è il sogno che tutti vorrebbero ma che in pochi hanno il coraggio di prendersi. Non mi piace definirla una "fortuna" perché se giungi ad un obiettivo è merito delle tue fatiche e del sudore che ti sei asciugato per arrivarci. E ci vuole coraggio anche per lasciare una piccola cittadina in provincia di Lecce, lasciare famiglia e amici e partire per l'altra parte del mondo, con 150 dollari in tasca e con una conoscenza della lingua che se dovessi calcolarla su una scala da 1 a 10, direi 3.
Quando sono arrivata a New York mi sentivo un piccolo puntino in mezzo a tante persone sempre di corsa, tanti grattacieli e tante cose da vedere. Guardavo il tutto con la bocca spalancata: sapevo che ci fosse una differenza abissale tra Aradeo e New York, ma non pensavo ci fosse così tanta magnificenza! Neanche nei film la mostrano così! Ancora oggi mi capita di guardare il tutto con la bocca aperta nonostante siano passati ormai due anni dal mio arrivo qui ed ancora oggi mi sento un po' un puntino in mezzo a tante persone. Però un posto in cui sono me stessa, la Emma venticinquenne di Aradeo, è vicino il lago di Central Park. Lì ci vado spesso, mi siedo e rifletto. Ci passo le ore ma il bello di qui è che passi inosservata. Cioè, ad esempio, se ad Aradeo ci fosse un posto del genere e io ci passerei le ore intere mi prenderebbero per matta. Invece qui nessuno fa domande, nessuno ti osserva. Diciamo che gli Americani vogliono campare fino a cent'anni! Anche se non è sempre bello il fatto che tu sia invisibile dinanzi agli occhi di tutti, però va bene così.

Sono sempre stata una persona molto determinata, ambiziosa e sempre sicura di me stessa. Quest'ultima è una caratteristica che ho acquisito poco prima di venire a New York. L'unica persona che dovrà convivere con me sono io. Nel senso: ovviamente ci sarà una seconda persona, almeno lo spero e me lo auguro perché sono romantica da far paura. Amo l'amore in tutte le sue forme e mi piace vedere le persone che si amano, visto che oggi di amore non ce n'è molto soprattutto a causa dei social. Però con me stessa devo conviverci io. Gli amori possono finire, mettere tre puntini sospensivi, possono prendere vie diverse. L'amor proprio no, almeno fin quando c'è la vita. E se alle superiori detestavo le mie rotondità, il mio seno grande e i miei fianchi accentuati, oggi adoro tutti i difetti che mi trovavo. Fanno parte anch'essi della mia persona con cui dovrò convivere tanto tempo ancora, almeno me lo auguro. Amo la vita, credo che sia un dono da non sottovalutare.
Accettarmi è stato un altro degli obiettivi più grandi che abbia raggiunto, ma l'apice è arrivato quando ho firmato qui a New York un contratto come modella. Ho un rapporto buono con il mio corpo ormai ed esser riuscita a firmare un contratto in quell'ambito è stata una cosa fondamentale per la mia crescita ma soprattutto che ha cambiato la mia vita.
Sono felice di quello che sono oggi.

Photograph ~ Where stories live. Discover now