A me pare uguale agli dei

Ognuno dei pori sulla mia pelle assorbiva il colore, sembrava ritirarsi ed entrare a far parte di me, simile alla marea, guidato dall'alto della luna. Come un veleno che trapassa la pelle, come una consapevolezza che viene instillata nell'animo. L'olio della pittura si amalgamava con il grasso delle mani, ormai erano un tutt'uno, non si sarebbero più potuti scindere l'uno dall'altro. Accostai i mignoli, come a voler elemosinare l'ispirazione ad una musa. L'odore acre e pungente della pittura mi aggredì le narici. Socchiusi gli occhi e mi passai le mani sui polsi e sul viso, poi lentamente sul collo, premendo coi polpastrelli. Uno ad uno, sfilai i bottoni dalla loro asola e lasciai scivolare la camicia sui fianchi, mi premetti il palmo sul petto, sfiorai le mie intimità e mi abbracciai stringendomi le spalle. Affondai le dita lunghe e fredde nelle cosce e nella carne. Ora respiravo il colore. Ora ero il colore.